Aumento del Seno
(Mastoplastica Additiva)
Cos’è e a cosa serve l’intervento di mastoplastica additiva
La mastoplastica additiva consente di aumentare il volume e la proiezione del seno, migliorando sia la forma che il tono, mediante l’inserimento di protesi. Il VOLUME, la PROIEZIONE e la FORMA vanno proporzionati alle spalle ed ai fianchi in modo da armonizzare l’intera figura femminile.
L’aumento del seno è da prendere in considerazione quando si è in presenza di una ipoplasia mammaria congenita, atrofia post-gravidica, asimmetria mammaria, ipoplasia+ ptosi mammaria, atrofia involutiva del seno e mammelle tuberose.
La mastoplastica additiva si esegue solo su pazienti maggiorenni. Si presume che una signora adulta sia più consapevole e abbia motivazioni reali che la spingono verso tale scelta, che comprenda meglio le possibilità i limiti e le possibili complicanze e che abbia delle aspettative realistiche. La richiesta di un aumento estremo delle dimensioni, oltre che essere foriero di possibili complicanze precoci e tardive (anche dopo anni) va sconsigliato.
Quali sono i passaggi di una procedura di mastoplastica additiva
LA VISITA
Durante la prima visita si valutano le condizioni generali, precedenti interventi chirurgici, i farmaci, alcool fumo. Si valutano obiettivi limiti aspettative. La tecnica è spiegata in modo chiaro e comprensivo. Saranno prescritti, se ritenuti necessari, esami ematochimici ECG e visita cardiologica Mammografia + Ecografia. Si discuterà sia degli aspetti tecnici sia dei desideri della paziente:
1) DIMENSIONI E FORMA. Quando il seno oltre che essere piccolo è anche ptosico (cadente) l’intervento indicato è la mastopessi (sollevamento dei seni) più un aumento con protesi.
2) LE PROTESI sono costituite da un involucro di silicone a tre strati riempito da un gel di silicone altamente coesivo; queste in caso di rottura (rarissimo) evitano la dispersione del silicone stesso che essendo gel coeso (e non liquido) non si disperde ma resta in situ sì da essere facilmente rimosso. In casi selezionati è indicato l’uso di protesi riempite con soluzione fisiologica o rivestite in poliuretano (di solito sono interventi secondari). La scelta delle protesi è guidata da tre parametri: VOLUME – PROIEZIONE – FORMA; le protesi più diffuse hanno forma rotonda oppure possono essere anatomiche.
Il volume e la proiezione vanno proporzionate alle spalle/torace e ai fianchi della paziente essendo coscienti che protesi troppo grandi per un certo torace possono essere fonte di notevoli disagi. Le protesi top di gamma sono garantite a vita.
Nei casi re-interventi in cui la capsula periprotesica è molto tenace si fa ricorso alle protesi rivestite di poliuretano. Utilizzo protesi con superficie rugosa (TESTURIZZATE); la superficie testurizzata contrasta anch’essa la formazione di una capsula periprotesica troppo aggressiva.
LA SEDE
Le protesi possono essere posizionate dietro la ghiandola mammaria o dietro il muscolo gran pettorale. Personalmente posiziono le protesi dietro il muscolo gran pettorale, al fine di separare il più possibile la protesi dalla ghiandola, per un risultato più prvedibile e duraturo (dual plane: parzialmente sotto il muscolo gran pettorale e in parte sotto la ghiandola).
L’ingresso delle protesi
Le vie d’ingresso che uso di solito sono il solco sottomammario (il più diffuso e sicuro), e la via trans-areolare, quando le dimensioni dell’areola lo consentono. Attraverso le incisioni cutanee, si ricava una tasca dove viene alloggiata la protesi.
L’INTERVENTO
L’intervento può essere eseguito sia in anestesia generale sia in anestesia locale con sedoanalgesia profonda in regime di day surgery; dura circa 90 minuti (se deve essere associata la mastopessi il tempo aumenta). Inserisco due drenaggi aspirativi che restano in loco 2-3 giorni. Non ci sono punti di sutura da rimuovere. Le medicazioni postoperatorie sono ridotte al minimo.
Periodo di riposo di circa una settimana. Un reggiseno contenitivo privo di ferri accompagnerà la paziente per circa 1 mese. Trascorso il mese si consiglia reggiseno senza ferretto e nella vita quotidiana reggiseno elastico tipo sportivo contenitivo.
DOPO L’INTERVENTO
Dopo l’intervento non sono necessarie le classiche medicazioni perché utilizzo punti interni + colla che si riassorbono da soli. Si effettuano visite di controllo per valutare il buon andamento dell’intervento.
Il lieve (edema) gonfiore inizialmente presente si risolve in poche settimane.
COMPLICANZE
Complicanze seppur rare sono sanguinamento, infezione, alterazione della sensibilità del capezzolo, sieromi e dolore persistente; tali condizioni possono portare a un nuovo intervento chirurgico o in casi estremi alla rimozione delle protesi. Rischi è possibile allattare; il corpo accetta le protesi costruendo intorno ad esse una capsula “capsula periprotesica”; in alcune pazienti tale capsula diventa evidente rendendo il seno più duro fino a contrarsi a tal punto da alterare la forma del seno stesso; in alcuni casi può insorgere dolore intenso che impone la rimozione delle protesi. Nelle signore molto magre con tessuti molli sottili è possibile sentire la protesi che può dare evidenza di sé attraverso la comparsa di pieghe e raggrinzimenti sopra l’impianto nei quadranti superiori.
DURATA DEL RISULTATO
Il risultato è duraturo. La gravità e l’invecchiamento modificano nel tempo l’aspetto del seno, come per qualsiasi seno naturale. Un abbassamento del seno (ptosi), sulla protesi potrà essere corretto con una mastopessi in anestesia locale.
Donatello Di Mascio MD
Casi Clinici di Mastoplastica Additiva
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Prima
Dopo
Ipoplasia mammaria post gravidica con modesta ptosi:
Mastoplastica additiva con protesi sotto muscolare
1993
2010
2011
Mastoplastica additiva
La paziente ha effettuato una prima mastoplastica additiva nel 1993, vediamo il risultato a distanza di 17 anni nel 2010….richiede una nuova masto-addititiva raddoppiando la dimensione delle protesi…vediamo il risultato a 12 mesi di distanza nel 2011